Prima visita e studio diagnostico del caso
Per impostare correttamente un piano di trattamento è necessario effettuare una corretta diagnosi.
Durante la Prima Visita si valuta la presenza di malocclusione e quindi la necessità di trattamento. In base alla tipologia della malocclusione, ai sintomi ed all’età del paziente vengono richiesti esami strumentali quali le radiografie (ortopanoramica delle arcate dentali, teleradiografia del cranio in proiezione laterale o postero-anteriore, stratigrafie o risonanze magnetiche delle articolazioni temporo-mandibolari ….). Potrebbe essere necessario avvalersi della consulenza di altri specialisti (otorino, ortopedico…).
Durante la Seconda Visita, si prende visione degli esami richiesti nella prima visita, si procede con il rilievo delle impronte delle arcate dentali, con l’esecuzione di fotografie dei denti e del viso e si completa la raccolta dei dati clinici. A questo punto è disponibile tutto il materiale clinico e strumentale per effettuare un attento studio diagnostico.
Con la Terza Visita viene illustrata la diagnosi del caso ed il piano cura da intraprendere e se si intende intervenire in una fase o in due fasi, il tipo di apparecchio da utilizzare, il tempo necessario previsto per la risoluzione del caso ed i costi della terapia.
Igiene orale con gli apparecchi
L’apparecchio fisso di per sé non fa cariare i denti ma inevitabilmente quando si mangia trattiene più placca batterica di quanto non avvenga senza apparecchio. Un’accurata igiene regolare e quotidiana (ogni volta dopo aver mangiato, non solo dopo i pasti principali) è pertanto fondamentale. Una scarsa igiene orale comporta una prolungata presenza di placca batterica sulla superficie dei denti. Questa, a sua volta, può causare alterazioni sia a carico delle gengive che dello smalto dei denti. In particolare può provocare:
- infiammazione gengivale (rossore, gonfiore, sensibilità, sanguinamento gengivale);
- macchie di decalcificazione dello smalto dentale.
E’ indicato, per mantenere una buona igiene orale, l’uso di spazzolini manuali ortodontici (scanalati, monociuffo, scovolini) oppure di spazzolini elettrici. L’idropulsore o idrogetto non sostituisce gli spazzolini ma può essere di valido aiuto nel rimuovere i residui grossolani di cibo incastrati nell’apparecchio: va usato con cura sempre dirigendo il getto dalla gengiva verso il dente e non il contrario.
Cosa e come mangiare
In generale, per proteggere l’apparecchio fisso da eventuali danni, è preferibile mangiare cose più morbide, a piccoli bocconi e senza “strappare” con i denti (come si fa ad esempio con la pizza a taglio).
Sono da evitare:
- Cibi croccanti: popcorn, ghiaccio, patatine
- Cibi gommosi: gomme, caramellle gommose (mou), liquirizia
- Cibi duri: nocciole, caramelle dure
- Cibi da addentare: pannocchie, mele, carote
- Cose dure (penne, matite, unghie) mordicchiate di continuo
E’ importante seguire queste indicazioni per evitare di danneggiare l’apparecchio e conseguentemente determinare un trattamento più lungo del previsto e quindi più impegnativo con un conseguente maggior numero di visite di controllo.
Problemi frequenti
- Indolenzimento
Dopo aver applicato l’apparecchio sui denti, è possibile avvertire un senso di indolenzimento diffuso alla bocca ed in particolare una sensazione di trazione sui denti per 5/7 giorni. Queste sensazioni possono essere alleviate sciacquando vigorosamente la bocca con un po’ di acqua calda e sale (un cucchiaino da tè di sale sciolto in mezzo bicchiere d’acqua calda). Se il fastidio persiste, è consigliabile ricorrere a farmaci antinfiammatori/antidolorifici tipo tachipirina o qualsiasi altro farmaco si è soliti prendere come antidolorifico.Anche le labbra, le guance e la lingua possono irritarsi nella prima settimana finché non si abituano alla presenza dell’apparecchio e in particolare alla superficie dei brackets (attacchi incollati sui denti). Se qualche dente è più sporgente degli altri, anche il suo relativo bracket lo sarà e questo potrebbe irritare maggiormente i tessuti molli della bocca; in questo caso è possibile utilizzare della cera ortodontica che va applicata direttamente sul bracket fino a coprirlo del tutto, lasciandola a contatto della ferita per un paio di giorni.
E’ consigliabile non mangiare con la cera applicata sull’apparecchio.
- Movimento dei denti
E’ normale nei primi giorni percepire la sensazione che i denti incomincino dapprima ad “allentarsi” e poi a muoversi. Una volta raggiunta la loro definitiva e corretta posizione, i denti torneranno ad essere saldi e fermi.
- Problemi con l’arco (filo) o distacco dei brackets
Se un bracket o qualsiasi altra parte dell’apparecchio si dovesse rompere o staccare, è bene conservarlo e portarlo con sé all’appuntamento successivo.
Può succedere, nel corso della terapia, che il filo punga nelle estremità posteriori come conseguenza dello spostamento dei denti. In questo caso, si può applicare immediatamente della cera ortodontica e ricorrere al più presto all’Ortodontista che provvederà a risolvere il problema.
Cura dell’apparecchio
Per raggiungere buoni risultati e portare con successo a termine il trattamento ortodontico, il paziente deve lavorare insieme con il suo Ortodontista. I denti e le ossa mascellari si muoveranno verso la posizione corretta se il paziente esegue correttamente tutte le indicazioni fornitegli e soprattutto se provvede a mantenere integra la sua apparecchiatura ortodontica.
Mantenimento dei risultati raggiunti
Al termine del trattamento ortodontico, dopo la rimozione dell’apparecchio fisso, è necessario tenere fermi i denti nella posizione raggiunta per almeno 24 mesi; questa fase è detta di “contenzione”. A tal fine si possono adoperare apparecchi mobili, di uso prevalentemente notturno e talvolta può essere necessario, soprattutto nell’arcata inferiore, un sistema di bloccaggio fisso non visibile dall’esterno.